Sarà inaugurata il prossimo 27 marzo la grande mostra antologica su Guido Reni al Museo del Prado di Madrid, che, con 22 dipinti, vede l’Italia come il Paese da cui proviene il maggior numero di opere, due delle quali prestate dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma: Salomè con la testa del Battista e la Maddalena penitente. Forse anche per questo il prestigioso museo madrileno ha voluto presentare la mostra anche a Roma, nella sede delle Gallerie in Palazzo Barberini.
L’evento si è tenuto il 7 marzo alla presenza del direttore aggiunto del Museo Nazionale del Prado, Andrés Úbeda, dell’ambasciatore di Spagna a Roma, Miguel Ángel Fernández-Palacios, e della direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, Flaminia Gennari Santori.
Curata da David García Cueto, direttore del dipartimento Pittura italiana e francese fino al 1800 presso il Museo Nacional del Prado, la mostra è organizzata dal Museo Nacional del Prado in collaborazione con lo Städel Museum di Francoforte.
In programma dal 28 marzo al 9 luglio 2023, l’esposizione riunirà più di 90 dipinti provenienti da 40 istituzioni culturali di tutto il mondo, con l’intento di far luce sul decisivo contributo del pittore bolognese alla configurazione dell’universo estetico del barocco europeo. E lo farà sulla scorta dei contributi storiografici più recenti e prestando particolare attenzione ai suoi legami con la Spagna, riscontrabili sia nelle collezioni della Corona e in quelle dell’aristocrazia, sia nell’influsso dei suoi modelli iconografici su artisti fondamentali del Siglo de Oro spagnolo.
I visitatori della mostra, che si avvale del patrocinio esclusivo della Fondazione BBVA, avranno l’opportunità di contemplare importanti lavori dell’artista che poche volte si sono visti fuori dalle loro ubicazioni abituali, come l’imponente Trionfo di Giobbe, proveniente dalla cattedrale di Nôtre-Dame di Parigi, la Circoncisione della chiesa di San Martino di Siena o La caduta dei Giganti dei Musei Civici di Pesaro (Palazzo Mosca), assieme a molte delle sue opere più famose, come l’Immacolata Concezione del Metropolitan Museum of Art di New York, che tanto influì su pittori spagnoli come Murillo; la Cleopatra della Royal Collection di Londra, L’unione del disegno e del colore del Museo del Louvre di Parigi, la Predica di san Giovanni Battista, di proprietà delle Madri agostiniane di Salamanca, il cui restauro ha consentito di confermarne la qualità e l’autore; l’inedito e assai rilevante Bacco e Arianna, proveniente da una collezione privata svizzera, oltre ai già citati Salomè con la testa del Battista e Maddalena penitente delle Gallerie Nazionale di Arte Antica di Roma (Galleria Corsini).
A questi e altri capolavori si uniranno le opere di proprietà del Museo del Prado, molte delle quali restaurate per l’occasione (a volte con risultati sorprendenti, come nel caso del San Sebastiano); da sottolineare, inoltre, la presenza di Ippomene e Atalanta, che per la prima volta potrà essere ammirato assieme alla versione di Capodimonte.
L’ampia selezione dell’opera di Reni dialogherà all’interno della mostra con dipinti e sculture di altri artisti, al fine di evidenziare i principali influssi ricevuti dal maestro nella formazione della sua personalità artistica e quelli che egli esercitò su altri protagonisti del suo tempo, con particolare riferimento ad alcuni artisti fondamentali della Spagna del Siglo de Oro. Una notevole selezione di disegni del Maestro consentirà inoltre di apprezzare la ricchezza e la bellezza del suo processo creativo.
Guido Reni (1575-1642) portò l’arte pittorica di Bologna a un livello di perfezione mai raggiunto in precedenza. Figlio di un musico, personalità virtuosa e riservata, già nell’adolescenza s’incamminò verso la formazione come pittore. Guidato dagli stessi principi difesi dai Carracci, Reni ricevette l’appellativo di “divino” per il suo talento nella rappresentazione del sovrannaturale. Egli non considerò mai questa sua capacità un dono innato, bensì il risultato del suo immane sforzo nella ricerca della bellezza, in cui il disegno e il colore si univano in armoniosa simbiosi. Dalla Bologna natale la fama di Guido sarebbe giunta a Roma e di lì al resto d’Italia e a buona parte d’Europa. Anche la Spagna fu partecipe della sua gloria, poiché molte sue opere importanti entrarono a far parte di diverse collezioni, mentre il Maestro assurgeva a modello per gli artisti ispani.
Fuente: Aisa